mercoledì 27 febbraio 2008

Acqua e Vetro




di Bianca Madeccia


Acqua

Io sogno

un indumento d'acqua
assolo di vetro
e nel mio sogno
le parole
golfo cristallino
acque pericolose e incerte
onda di seta
vela d'angelo spezzata
si tuffano
lacerando
in piena luce


Vetro


Madre
Dove son finite le tue parole di ieri?
Le ho lasciate entrare dentro di me
- grata -
acqua nella terra secca
Nulla
a parte quei pezzi di vetro
che stanno li' piantati da una vita.
Lo porto scritto in faccia
-Assolvimi Madre
perche' non ti somiglio -
E tu l'hai fatto Madre
Tu hai fatto piovere
le parole giuste
- Chi e' sano va via -


Credo


Credo
nella trama fitta
delle piccole cose
in un segreto linguaggio circolare
nelle minute presenze invisibili

Credo
negli echi
nelle ombre
nell'impalpabile
nei cori notturni sul mare

Credo
nelle musiche sussurrate dalle pietre
nell'idioma delle nuvole
nel silenzio delle parole
nei discorsi contenuti nel silenzio

oggi credo

e mi unisco al coro dei cantori
dell'esistente
invisibile

martedì 26 febbraio 2008

Il rumore dei miei passi!

La casa editrice Infinito edizioni segnala che Nicoletta Tanghèri, autrice di Il rumore dei miei passi. Una storia vera di anoressia, sarà ospite in studio, mercoledì 27 marzo, della trasmissione di Roberta Lanfranchi e Milo Infante L’Italia sul Due, in una puntata dedicata al tema dell’alimentazione e sulle problematiche alimentari.

Il rumore dei miei passi è un libro unico, nel suo genere, dedicato a una malattia sociale nascosta ma spaventosamente frequente, soprattutto tra le ragazze, come l’anoressia.

Le pagine di Nicoletta sono il mirabile esempio di chi è uscito ed è riuscito, con coraggio, a fare della propria vita una vittoria (dalla prefazione di Stefano Dionisi)


L’autrice è una giovane che ce l’ha fatta e che attraverso un lirismo struggente e in alcuni momenti crudo vuole mettere la sua esperienza dolorosa al servizio della scrittura e di chi non capisce la malattia anoressica, trincerandosi spesso dietro luoghi comuni.

Cammino perché voglio camminare, fino a che ne avrò la forza e mi permetterò di volerlo; solo, prego di continuare a volere. Prego con la fede che ha solo chi non crede. Sono guarita? Il mio corpo mostra di sì. Non sono guarita. Forse camminerò fino alla fine dei miei giorni e allora avrò fatto di meglio che guarire poiché avrò dato un senso a questa vita, scrive Nicoletta nel suo libro, che spesso sfocia nella poesia, porto naturale dell’ineffabile.

Né saggio né opera di narrativa né di poesia, questo libro è un “testamento” di amore, dolore e saggezza per chi voglia conoscere meglio da vicino, senza paure né pregiudizi, l’anoressia. E magari guarirne.

L’autrice:

Nicoletta Tanghèri nasce a Genova il 30 marzo 1968. Dopo avere lavorato in banca per diversi anni cambia strada e conosce il teatro conseguendo il diploma di attrice presso la Scuola di teatro di Bologna. Lungo il percorso di attrice incontra la scrittura “comica” con cui partecipa a “Laboratorio Zelig”. È ballerina di tango argentino. Alterna le esperienze artistiche con “i lavori seri”.

Il libro:

Collana: iSaggi

Titolo: Il rumore dei miei passi. Una storia vera di anoressia

Autori: Nicoletta Tanghèri

Caratteristiche: Formato 15x21, brossura filo refe, copertina plastificata a colori

Pagine: 80

Prezzo: € 10,00

ISBN: 88 89602 163

In libreria da: gennaio 2007

Per informazioni:

Infinito edizioni

06 939162414

320 3524918 (Maria Cecilia Castagna)

info@infinitoedizioni.it

www.infinitoedizioni.it

domenica 24 febbraio 2008

Del veloce e silenzioso rituale...

Le mani ancora tremano e portano i segni del veloce e silenzioso rituale che,come ogni sabato, è stato portato a compimento! forse le mie sono parole vuote,parole senza senso,parole crude e dolorose che fanno fatica a comporsi su una pagina di un blog...qualche lacrima salata bagna la tastiera del pc, lasciando una macchiolina perfettamente tonda..perfettamente sporca..proprio come mi sento in questo momento..mi ero ripromessa di cambiare,di dare una svolta decisiva a questa pseudo vita che cerco di condurre,con la speranza di non lasciarmi travolgere da tutti questi sentimenti..comincio a vacillare o forse sono già caduta e non mi sono accorta di averlo fatto..sò solo che sono qui..con una tremenda voglia di sgattaiolare nuovamente in cucina e consumare,nella maniera più veloce possibile,qualcosa che non dia nell'occhio..così da non far preoccupare i restanti abitanti della casa..ho freddo..un freddo pungente,un freddo che mi martella la testa e che mi assopisce allo stesso tempo...eppure i caloriferi sono ancora accesi..il freddo che sento è un freddo che ho nel cuore..sta congelando tutto ciò che può permettermi di provare emozioni..così potrò dire di essere una persona distaccata e incurante di quello che succede intorno a me..la stanza è buia..c'è solo la luce del pc a rischiarare questa cameretta innocente,questa cameretta che non si lascia sfuggire nulla,che osserva senza giudicare e che trattiene i miei segreti..le mie paure..non riesco a star dietro ai pensieri..in questo momento mi sembra troppo complicato..troppe informazioni,troppi ricordi si accavallano senza lasciare uno spazio disponibile... provo a mettere nero su bianco,provo a cristallizzare il tempo,a bloccarlo,per cercare di catturare questi ricordi,questi dannati ricordi...quei ricordi che mi tologono il respiro e che lasciano intravedere quella bambina sola e triste con il suo peluche preferito tra le mani..un gattino della trudi per l'esattezza..quel gattino che TU mi hai regalato e che adesso è diventato vecchio..è stanco e impolverato..proprio come me..proprio come il mio cuore.. che in fondo non chiede nulla..solo un pò di affetto!

sabato 16 febbraio 2008

Il tuo vol(t)o





Sfugge l'aria, granellando tra le ciglia.

e raggrumo sui capelli la scia del vento.

Del silenzio porto le scarpe rotte,

fili di nuvole impigliate, appena, nell'oggi,

sono i tuoi canti.

M'è tetto la rete aperta dei tuoi abbracci,

e nella porta socchiusa dove dondola luce ed ombra

io vivo.

Figlio di un sempre,

tu mi sei nei passi

allodola di terra rossa.

Il tuo vol(t)o è anche il mio.


Irene Ester Leowww.bloggers.it/Psiche

martedì 12 febbraio 2008

Io sono per sempre



(carissimo Mauro,
una mia lirica, è solo la pennellata di un quadro più grande.

Fa parte di un contesto in prosa, una storia sul mio, sul nostro Sud.

La porgo a te, in nome della condivisione, la porgo agli occhi sensibili alla luce della Poesia)


Un abbraccio - Irene Ester Leowww.bloggers.it/Psiche



Sonata#7


C'è un lume nei tuoi occhi di mogano.
E' perenne brocca che rinvasa,
è pelle che brucia sottile di caldo e apnee di sonno.
C'è una luce accesa dove spezzavamo noi
la domenica le carezze e i sogni e i voglio.
E' bocca che ingoia ora tutto l'amaro di caffè
e costruisce con la lingua profili di zucchero
senza cucchiaino.
Il buio, venne.
Chiusi gli occhi.
Tu non taci.
Oltre il sonno il desiderio
d'aquila assassina canta,
ed il mondo ruppe le pareti sicure.
Oscillo io,
e la mia voce è campana fonda
pericolosa,
quanto la malata abitudine.
Ma io sono per sempre,
ogni giorno,
nel lume dei tuoi occhi mogano.

lunedì 11 febbraio 2008

Scrivere



Giovanni Duccio Boscoli - www.flashfumetto.it

Scrivere è una tecnica per tenere a bada

Ascoltare il mio corpo sulla soglia:
forse ne ho bisogno per me stessa.
I miei occhi pur guardando non vedono
anche le più banali attività mi appaiono impraticabili
ad ogni parola dell’una o dell’altra
mi faccio più tranquilla.

Scrivere è una tecnica per tenere a bada.
Per anni ho ricacciato nelle tenebre l’attesa,
con metodo, con determinazione.
Ogni volta che essa si affacciava le dicevo:
“vattene, non rubarmi la vita ” e lei di buon grado se ne andava.

Mi sembrava di averla dominata.
Ho bisogno di tutte le energie per tenermi,
accogliere me stessa con umorismo e compassione.
Sono stata sulla soglia del dolore
mi sgomenta per un istante il fatto di esserci sempre stata
in questo niente.

Un sorriso sormontato da montagne di malinconia
nessuna attesa in questo luogo ha un esisto scontato
“limpida e rinfrescata la luce splende, dopo un orribile tempesta ”.

andar fuori appare un disastro.


Non tristezza ma allegria,
non malinconia ma gioia,
non pianti ma sorrisi,
non nero ma bianco,
non bugie ma verità,
non irrequietezza ma calma,
non urla ma silenzi,
silenzi che nascondono la convinzione di ricominciare a vivere.

L’ombra della mia speranza inizia a farsi strada,
ce la farò?
Chi lo sa!


A volte non sappiamo il perchè di fatti che accadono intorno a noi,
sappiamo solo che dentro la nostra vita
lasciano segni
esempi di futuro.

Tutte insieme per vincere la battaglia più importante.

Vita: quello che ti accade mentre fai progetti per il futuro.

( Daniela P.)

giovedì 7 febbraio 2008

Cos'è poesia?


Non si può cercare il poetico,
si può solo predisporsi a vederlo,
sentirlo, annusarlo, toccarlo.

Esso t’appare, t’acceca...

Che cosa avrebbe dovuto essere perchè così non fosse?
Dentro e fuori l’estraneo scenario della mia dimora
diverrò estranea allo sforzo d’essere di più

cosa c’è tra me e me stassa? lasciami pregare in quest’ora
sono di nuovo il bambino che ero
dammi una dimora, una speranza,
un nido per non smarrirmi,
un luogo della vita in cui non ci sia lotta ad aspettarmi

Una meraviglia, perchè si nasce
questa fresca ora resti unita alla memoria
e possa anni dopo rivivere in me!

Di grande fiume, insegnami ad andare incontro alla vita come te.
penetra la finestra tra me e me stessa,
tra i miei struggenti desideri
nell’argento delle tue rughe.


Che cosa avrebbe dovuto essere perchè così non fosse?
possa la mia vita essere simile al sognare!
O serenità, sfiora il mio destino,
così lasciatemi riposare e credere che il lato migliore della vita
sia simile al sognare.

L’importante è trovare una forte emozione
e farla esplodere come un “eruzione”!
La poesia è quella capacità di scrivere parole che non muoiono,
ma vivono e intanto dicono.

Il più faticoso e superbo tentativo dell’uomo d’innalzarsi a Dio,
di rubare l’immortale essenza dei tempi.

Fare della mia esistenza una poesia,
affinchè dopo di me non ci sarà più la mia poesia.

Una poesia colma un vuoto.
Una poesia le parole che tu non hai.
Poesia è guarire, stare bene.
Poesia è amare, detestare e poi adorare.
poesia è un modo d’esprimere tutto quello che c’è di più bello in questo mondo
e che io non riesco ad accettare.

Poesia è pensiero
poesia è una forma scitta del parlare.

La poesia è un canto di gioia e di dolore
parole che a distanza di anni
non si consumano e donano sempre emozioni.

(Composizione collettiva)

Un armatura!

Ed eccomi qui, nel buio assoluto, dove le tenebre assalgono i miei pensieri.
(Loredana C.)


Sono in aria e penso solo all’aria.
Non sento il mio corpo, l’etere lo sostiene.

La mia mente, vinta, s’arrende alla vita.

Ho guardato l’angelo, piangeva

... si è alzata, ha smesso i suoi abiti preziosi ed ha indossato un armatura
chi l’ha forgiata non si sa,
se è forte non si sa,
se è di cartone o di ferro...

per adesso protegge...

(Aida P.)

domenica 3 febbraio 2008

Mi guadagno il giorno palmo a palmo


Mi guadagno il giorno palmo a palmo

Mi guadagno il giorno palmo a palmo
con fatica, nessuno m’aiuta.
Un inferno, una trappola, un distacco dalla vita,
assenza da una vita sbagliata.
Ma poi uno scacco di sole
presagio d’allegrezza,
di una nuova primavera
perchè la malattia matrice di vita
diverge il dolore
annuncia la pace
vedrò nuovamente la luce.


L’amicizia è una forma d’amore
l’amicizia vuole per prima cosa la libertà dell’altro
l’amico incontra l’amico sul piede di parità,
non deve insegnarci nulla, non è un maestro.
L’amicizia non ammette alcun potere che sia contro la vostra volontà.


La scrittura può rendere felici
quando conduce ad un mondo interiore
che chiede di essere raccontato.
Tutto il mondo si mette in fila
chiedendo di entrare nelle pagine del libro.
La porta del libro è sempre aperta
ogni lettore può aggiungere un altro mondo.
Nulla è più facile che perdere la capacità di ascoltare e stupirsi.
Io penso all’altro della vita quotidiana
che si può incontrare per strada;
l’altro sta davanti ai nostri occhi
ma spesso non riusciamo a vederlo.

Dopo aver toccato terra si può solo tornare a volare.

Quì adesso il vento si muove impetuoso tra i rami,
sembra il preludio di una tempesta.
Qui adesso i miei pensieri divagano nel silenzio,
nella mia mente nuvole dense di pioggia
scendono ad oscurare la mia anima.
Piove, piove da tempo ormai sul mio cuore,
il cielo è nero e non un raggio di sole
compare all’orizzonte.
Ma qui adesso sento il vento fuori le finestre
e se c’è il vento vuol dire che forse può tornare anche il sole.

(Giovanna G.)

venerdì 1 febbraio 2008

La forza della fragilità!

Vittorino Andreoli, L’uomo di vetro, la forza della fragilità, 2008 Rizzoli

In un'epoca che ha fatto del decisionismo e dell'arroganza delle virtù, sostenere che la fragilità è un valore umano potrebbe suonare come un'eresia. Qualsiasi studioso del comportamento animale potrebbe spiegarvi quanto sia indispensabile la paura per la sopravvivenza, ma ammetterebbe solo controvoglia che quella regola vale anche per noi. Eppure ogni giorno i piccoli passi e le grandi svolte della nostra vita ci insegnano che non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell'affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione, aprendoci - quando serve - al loro dolore. Seguendo le fasi della nostra crescita, Andreoli coniuga i mille volti della fragilità, rappresentandola non come una calamità per sventure, ma come uno scudo che da queste ci difende, perché quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino. Con "L'uomo di vetro" Andreoli dimostra, grazie alla familiare immediatezza delle sue parole, una tesi solo in apparenza paradossale: il fragile è l'uomo per eccellenza, perché considera gli altri, suoi pari e non, potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende.