giovedì 24 luglio 2008

Pe(n)sa differente - Il convegno di settembre

“Prevenire e curare i DCA e l’obesità

nell’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta”

Lecce 18/19 settembre 2008

GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE, ore 9.00/18.00

MATTINA

CONVEGNO

Lo stato dell’arte dell’organizzazione dei servizi per i DCA e l’obesità:

le linee guida internazionali, nazionali e le linee guida della Regione Puglia

Nel corso del convegno si fa il punto della situazione internazionale, nazionale e pugliese riguardante i percorsi preventivi e diagnostico-assistenziali globali per i DCA e l’obesità in età evolutiva e in età adulta.

8.30/9.00 registrazione dei partecipanti

9.00/9.45

Introduzione: Rappresentanti istituzionali del mondo politico e sanitario

9.45/10.15

Roberto Ostuzzi

(medico psicoterapeuta responsabile Centro per i DCA Villa Margherita di Vicenza, presidente SIS.DCA)

Le cure influenzano il decorso dei Disturbi Alimentari? Le linee guida.

10.15/10.45

Caterina Renna

(psichiatra responsabile del Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA, DSM-ASL Lecce)

“Il Protocollo Integrato e Multidisciplinare (PIM) del Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA della ASL Lecce”

10.45/11.15

Alessandro Catucci

(psichiatra responsabile del Centro per i DCA, Clinica psichiatrica, Policlinico, Bari)

Il day hospital per i disturbi del comportamento alimentare del Policlinico di Bari

11.15/11.30 coffee break

11.30/12.00

Bartolomeo Giorgio

(psichiatra responsabile del Centro per i DCA di Altamura, DSM-ASL Bari)

Percorsi di cura per i DCA nella ASL BA”

12.00/12.30

Laura Dalla Ragione

(psichiatra, responsabile Centro DCA Palazzo Francisci di Todi, ASL2 Perugia)

Le Buone Pratiche nel trattamento dei DCA: il progetto nazionale”

12.30/13.30 Tavola rotonda

13.30/14.30 lunch


POMERIGGIO

CONFERENZA

Il ruolo della comunicazione e della cultura

nella prevenzione dei DCA e dell’obesità

Nel corso della conferenza si prendono in esame i fattori sociali e culturali che predispongono, scatenano e perpetuano i DCA e l’obesità, e si propongono forme alternative di espressione e linguaggio circa i temi del disagio giovanile e gli interventi sociali, culturali e artistici che possono concorrere a prevenirlo.

14.30/15.20

Walter Vandereyken

(professore ordinario di psichiatria, Università Cattolica di Lovania-Belgio)

“‘No-body is perfect’: eating disorders in the mirror of our society”

15.20/15.40

Luisa Stagi

(sociologa, Università di Genova)

“Anti/corpi. Dieta, fitness e altre prigioni”

15.40/16.00

Mauro Marino

(artista e operatore culturale, Lecce)

“Sollecitazioni mediatiche, possibili leve di prevenzione e di cura: il blog lemanisorelle”

16.00/16.20

Daniela Morando

(psicologa, ASL Genova 3)

“Il teatro come cura dell’anima e del corpo: rappresentazione del “non esserci”

16.20/16.40 coffee break

16.40/17.00

Manila Benedetto

(scrittrice)

“La scrittura salvifica: confessione/liberazione/costruzione”

17.00/17.20

Valentina Cremonesini

(sociologa, Università del Salento)

“Il marketing e Il potere degli oggetti”

17.20/17.40

Francesco Maggiore

(artista e grafico, Lecce)

“La comunicazione sociale: pe(n)sa differente”

17.40/18.00 discussione


VENERDÌ 19 SETTEMBRE, ore 9.00/18.00

MATTINA

WORKSHOP

La prevenzione primaria e secondaria dei DCA e dell’obesità

in età infantile, adolescenziale e adulta

Il Workshop ha l’obiettivo di fornire conoscenze approfondite sullo stato dell’arte della prevenzione primaria e della prevenzione secondaria (trattamento precoce) dei DCA e dell’obesità attraverso letture, relazioni, tavole rotonde e la presentazione di esperienze concrete.

9.00/10.00

Walter Vandereyken

(professore ordinario di psichiatria, Università Cattolica di Lovania-Belgio)

“‘Food for thought’: state of the art in the treatment of eating disorders”

10.00/10.40

Caterina Renna

(psichiatra responsabile del Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA, DSM-ASL Lecce)

“Protocollo di Intervento Multidisciplinare (PIM) per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità e dei DCA, 0-16. L’attività di Villa Luisa”

10.40/11.20

Roberto Ostuzzi

(medico psicoterapeuta responsabile Centro per i DCA Villa Margherita, Vicenza, presidente SIS.DCA)

Sovrappeso e obesità nei ragazzi. Un allarme sociale”

11.20/11.40 coffee break

11.40/12.20

Giuseppe Mele

(pediatra, presidente FIMP),

Maria Rosaria Filograna

(pediatra nutrizionista)

“Il ruolo del Pediatra per i corretti stili di vita: attività fisica e alimentazione”

12.20/13.00

Patrizia Todisco

(medico internista, psicoterapeuta Centro Pilota per i DCA, Università di Brescia)

“Binge eating disorder e obesità: un disturbo diffuso a cavallo tra medicina e psichiatria”

13.00/13.30 discussione

13.30/14.30 lunch


POMERIGGIO

14.30/15.10

Piero De Giacomo

(professore ordinario di psichiatria, Università di Bari)

“La famiglia dei soggetti affetti da DCA: ostacolo/risorsa”

15.10/15.50

Gianluigi Luxardi

(psicologo psicoterapeuta Centro per i DCA, ASL Pordenone)

“Il trattamento del bambino obeso in una prospettiva relazionale”

15.50/16.30

Silvia Perrone

(psicologa psicoterapeuta)

Veronica Vantaggiato

(psicologa)

“La scuola e la prevenzione dei DCA e dell’obesità: il progetto Luna”

16.30/17.10

Margherita Caroli

(pediatra responsabile dell’UO Igiene della Nutrizione, ASL Brindisi)

“L’intervento preventivo in età prescolare: il progetto Periscope”

17.10/17.40 discussione

17.40/18.00 verifica dei risultati

domenica 20 luglio 2008

La letteratura

La letteratura svela ciò che è nascosto, dice dove c’è il balbettio e il non volere della malattia. Le “scritture” ci aiutano ad indagare “mondi”. Vi entriamo portati da narrazioni sempre più (o è sempre stato così?) tentate da una definizione dell’inquietudine, dell’oscuro, del mistero, della piega dove l’umano si nasconde o trova rifugio. Conosciamo - pur rimanendo spesso candidamente inconsapevoli - la nostra epoca, traversata e travagliata da continue fibrillazioni: è il dolore il parametro per meglio interpretarla, un dolore che prorompe nell’ordinario, nella quotidianità. Quello che l’esterno impone come condizione, recinto esistenziale, vestito dei giorni, con cui fare i conti, confrontarsi per crescere e quello inventato, importato in sé, impiantato, coltivato, accudito come “risorsa” di sottrazione e di annullamento di ogni resistenza. Due libri di Bompiani, di recente pubblicazione ci raccontano due storie per molti versi esemplari per tentare di comprendere l’universo della “crescita”, del venire e del farsi al Mondo, nel e con il dolore. Farsi deboli e fortificarsi, soccombere e resistere nell’agio che genera paura e nel disagio che rende consapevoli quando accolto e affrontato. Dolore, mancanza, orgoglio e sconfitte si intrecciano svelando due Italie, due condizioni, due tracciati di vita.
Uno è Il rimedio perfetto di Lucrezia Lerro.

Lucrezia Lerro


Ah, l'amore

Il rimedio perfetto di Lucrezia Lerro
di Alessia


E’la prima volta che un libro entri in me,nel profondo del mio essere e che riesca a farmi commuovere. Mi è piaciuto molto perché mi sono identificata nella protagonista ,Alice.
Il nome stesso Alice sembra essere stato scelto appositamente con riferimento alla favola di Alice nel paese delle meraviglie. All’inizio e per tutto il resto del libro(esclusa la fine) possiamo parlare di un’antialice che trova rifugio nella cantina e nel sottoscala; un antialice che guarda al di fuori la bellezza e la spensieratezza della vita degli altri bambini del paese e che pensa: “Me ne stavo lì a fantasticare,a pensare che un giorno mi sarei vendicata e che la solitudine presto si sarebbe trasformata in qualcosa di buono(…). Ero certa che prima o poi la mia vita sarebbe cambiata,come ero certa che non mi sarei più liberata dalla malinconia e dalla noia”.
I personaggi hanno un non so che di pirandelliano, in particolare il padre: una figura tragicomica. Viene deriso ed emarginato dai suoi compaesani perché diverso; ha dei momenti di pura follia dettati da una sofferenza interiore, da un trauma psicologico avuto nell’infanzia. La sua famiglia, in particolare sua figlia Alice, porta su di sé gli errori del padre.
Alice sembra una cenerentola moderna; la strega (così chiama la nonna) la umilia, la rimprovera
in continuazione e non le fa mangiare i dolci che tanto le piacciono e che, invece, regala al fratello più piccolo.
La mamma di Alice, o meglio la Rossa, è una donna innamorata dell’amore ed ha numerosi amanti, in ognuno dei quali cerca un immagine ideale di uomo,il principe azzurro con cui un giorno scapperà dalla sua triste realtà; questi pensieri sono esplicitati chiaramente nelle lettere che la Rossa scrive ad ognuno dei suoi amanti.
“Nessuno sarà felice per sempre. Papà stava meglio da quando prendeva gli psicofarmaci, alternava
come sempre momenti di lucidità ad altri di confusione, ma qualcosa in lui era cambiato. Riusciva
persino a dirmi che mi voleva bene. Mi vergognavo sempre meno di lui,anche se i ricordi mi ossessionavano”.
I ricordi spesso influenzano il nostro presente. E Alice questo lo sa bene. Talvolta è così difficile dimenticare le cose che ci hanno ferito, ci hanno scossi e traumatizzati. E’ difficile andare avanti se si rimane ancorati a brutti ricordi che ti segnano profondamente e quasi in maniera indelebile.
Alice non sa nulla del passato del padre, ma intuisce “che qualcosa l’aveva ferito profondamente, gli aveva lasciato una cicatrice”.
Quanto mi sento Alice in questa frase!
Anche a me, spesso, viene la voglia di sapere qualcosa sul passato e sulla vita dei miei. E’molto raro che parlino del loro passato,forse perché è stata dura per loro e cercano quindi di cancellare dalla loro mente i brutti ricordi.
Mia madre sembra essere anaffettiva, e credo che sia stata influenzata in questo da mia nonna, che non è stata mai molto vicina alle sue figlie (sembra quasi non averle volute!) come ha fatto, invece, con mio zio; la mia mamma, comunque, mi dimostra spesso il suo bene nei miei confronti non con baci e abbracci, ma con regali e con il suo essere premurosa.
“Capivo ormai che io e mio padre eravamo simili,scoprivo nei miei occhi le sue paure”. Ogni genitore(anche quello peggiore) ha delle paure, delle ansie per i figli e per se stesso.
Mio padre,per esempio,non me le dice,ma dai suoi rimproveri capisco quali siano, anche se sa nascondere bene le sue emozioni.

Alice è costretta a subire quotidianamentegli attacchi e gli insulti della strega. Ma perché solo a lei? Forse perché è una bambina sensibile che ha bisogno di affetto e di amore, cose che nessuno riesce e vuole dargli?
E qui il cibo non ha altro che un significato simbolico: Alice è golosa di dolci, li ruba,perché la Strega non vuole darle niente. Il cibo come emozione, quindi, come bisogno di colmare quello che non si ha nella vita. E Alice non ha l’amore di nessuno.
La Strega, la Rossa, il padre, il fratello e le sorelle non si accorgono di questo, perché concentrati
su i loro bisogni.
Alla fine, però, Alice lo trova un riscatto; riesce a sentirsi felice con un uomo.
Prova per la prima volta la felicità quasi incredula, stupita che tutte le sue fatiche, i suoi problemi, la sua ricerca continua d’amore siano acqua passata. Riesce ad entrare in un mondo nuovo, governato da sensazioni piacevoli; non deve più lottare né con la famiglia né con i suoi compaesani, non ha più la necessità di essere una bambina forte che deve sopportare umiliazioni,insulti e cattiverie.
Alla fine Alice diventa Alice.
Ora sono qui, nella mia stanza, e vedo la mia vita in bilico e ad un bivio. Anch’io, come Alice, vorrei poter dire di sentirmi felice veramente e riuscire a fare una vita tranquilla senza il peso di quella che ero.
Vorrei percorrere il sentiero della felicità. Forse non ne sarò capace.
La mia vita è fatta di eccessi, non ho mai avuto un equilibrio interiore e sono sempre stata criticata dalla mia famiglia e dagli amici per il mio modo di essere.
E’questo uno dei motivi per cui non sono felice.Mi sento sempre fuori posto e non riesco a liberarmi dai giudizi degli altri che son bravi a dare “buoni consigli”, ma non a capire quello che hai dentro, quelle tempeste di emozioni contrastanti che ti rendono diversa e insoddisfatta.
Diventerò anch’io un’Alice? Me lo aguro, perché sono stanca di “guardare la mia vita da un oblò”, mentre “il sole e la luna fanno l’amore senza fretta”e senza rancori.
I sogni diventano realtà solo nelle favole? Sono solo la proiezione della vita che vorremmo idealmente, ossia pure e semplici fantasie?
Una cosa è certa: i sogni ti aiutano ad andare avanti e ad evadere dalla monotona quotidianità.
I sogni, le ambizioni si realizzano solo se lo vogliamo ardentemente, solo se dopo una lunga sofferenza ti accorgi che devi cambiare qualcosa nella tua vita. La parola magica è “volere è potere”. Posso perché lo voglio. Basta cercare, scavare dentro di sé per capire ciò che vogliamo e che siamo.
Per Alice il viaggio in America rappresenta finalmente il raggiungimento della sua meta: una nuova vita in un paese come l’America per antonomasia il paese dei balocchi dove tutti vorremmo vivere.

mercoledì 2 luglio 2008

dal laboratorio di scrittura!

Grazie!?

Dopo otto anni di lavoro nei laboratori creativi del Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare del DSm della Asl di Lecce, l’esperienza accumulata ad inventare scritture, per tentare una valorizzazione della malattia e del tempo della cura, non è più ritenuta utile, in linea con le politiche e i desiderata (se mai ne abbia) della sanità di Puglia.

Grazie Nichi! Veramente!

Da parte mia sono cresciuto in questi anni, ho sanato il mio mal d’animo accogliendo quello di tante e di tanti, un’idea di confronto alla pari sul fronte della malattia coi suoi trabocchetti, le illusioni e le scoperte di un possibile guarire. Ne sono nate scritture, libri, atti scenici, allestimenti, feste... una fiducia nella vita che s'era accartocciata come foglia secca... persa da un vento senza direzione!

Questo è stato!

Da un giorno all'altro è tutto da abbandonare!
Nichi un giorno ci ha detto: "perchè dovrei cominciare da voi?"
Già, da "altri" ha sicuramente incominciato nel sistemarli nei posti chiave, o forse non se n'è accorto?
Vabbè! Ci ingoiamo i nomi!

Ci saremmo aspettati da questo governo regionale una diversa considerazione ed un potenziamento di questi “dispositivi” di ascolto e di argine del disagio esistenziale.
Così non è stato, ne prendo, ne prendiamo atto!

Grazie!? Di cuore, ci è tutto più chiaro, adesso! Noi a loro, ma...
Grazie?
Veramente, neanche un grazie è stato proferito (per il lavoro sinora svolto) da chi, il Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Lecce, come Ponzio Pilato, con manovra distaccata e tecnica (come se la cosa non riguardasse i servizi ed i pazienti a cui sovraintende) ha comunicato, ai responsabili e ai direttori dei Centri di Salute Mentale della Asl di Lecce la fine del contratto che legava 30 operatori della riabilitazione alla sanità pubblica.

Dunque: fine dell’epoca dei centri diurni!

Si deduce che la pittura, la scrittura, il teatro, la poesia, il giardinaggio, la grafica, il giornalismo, la cartapesta, la cucina, la vela, siano cazzate!
Cose non utili ai pazienti e al tempo della cura.
La sanità pubblica ne può fare a meno. E i pazienti se ne stiano a casa, magari gli aumentiamo i farmaci per compensarli, tanto... che se ne frega della loro possibilità di pensarsi attivi, diversi, nelle relazioni...
Bisogna risparmiare…
E già, hai voglia a parlare di “epoca delle passioni tristi”… di nuove patologie e di nuove manifestazioni del disagio psichico ed esistenziale. Della necessità di costruire, con la cultura argini capaci di contenere le derive del vuoto contemporaneo… Solo e soltanto parole!

Grazie Nichi! Veramente non ce lo saremmo aspettato!

Prima dell’ultima tornata elettorale il candidato senatore, trombato in posizione nella lista dal Pd, assessore alla Sanità Tedesco aveva concesso la solita frustrante proroga, tre mesi. Poi nulla!

Anzi no, c'è stato il cambio di direttore generale così quello di Lecce è stato mandato a Brindisi, tanto per mischiare le carte e tutto è andato in malora, in istruttorie da ricostruire... sostituendo la militanza del primo con l'assenza (per motivi di salute, si dice) del secondo... e i contratti, le stabilizzazioni, le promesse? Alla malora!

E sì che di condizione frustrante del precariato star trek Nichi, nei comizi di campagna, ne aveva parlato.

E dire che proprio ieri le pazienti del Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi del Comportamento Alimentare in una riunione reclamavano di poter prolungare il tempo della loro permanenza nel Day Hospital, impossibile… costate troppo!!! Gli avrebbe risposto il politico di turno! Vedete un pò di darvi una regolata co stì picci dell'anoressia, delle abbuffate. Provate magari con la tarantella, un ragno, un violino, i suoni e tutto passa...
Tornatevene alla vostra solitudine!

Tra parentesi, e per concludere (a dei colleghi qualcuno a sottolineato il fatto che... se tra voi c'è qualcuno che scrive quello che scrive diventa tutto più difficile! Alla faccia dell'antimafia!)


Mauro Marino