giovedì 22 novembre 2007

Adesso tienimi! di Flavia Piccinni (Fazi)

di L.A,
Flavia Piccinni è una giovane scrittrice tarantina agli esordi. Già Premio Campiello Giovani ha pubblicato il suo primo romanzo: "Adesso tienimi ". Una storia che intreccia vita quotidiana e ricordo. Il ricordo di un amore proibito tra una liceale, appena diciottenne, e il suo insegnante di Fisica. Il sentimento tra i due presto diventa complicità, seduzione, passione, fino al tragico epilogo: il suicidio dell'uomo. Da qui ha inizio il tormento della ragazza, che, abbandonata senza un perché, non si rassegna alla perdita, sino alla fine...
Può una giovane alle soglie della maturità fare "esperienza" della morte?
Non esiste nulla di scontato. Lo sa bene Martina.
Pochi mesi sono sufficienti per abbandonari al tormento di un amore svanito senza un perché. Una trappola, un inganno che uccide la ragione o forse no. Forse solo il desiderio di una passione senza limiti, di un pathos 'cavernicolo' e ancestrale.
E tu sprofondi.
Il tuo è un amore violento, servile, segreto, tutto tuo, pienamente tuo. Scandito da un tempo in perenne attesa, da un ritmo vivo di penosi battiti. Assurdo, incomprensibile per chi non ode il sussurro spietato del dolore.
"Prof, non so dirti addio". Provi di tutto: dalle dita in gola alla lametta. Accidenti! Ti manca il fegato: non devi mica raderti!
Iolanda e Giulia sono le tue più care amiche, troppo amiche per te. Iolanda trova rifugio nell'alcol quando Giulia deve lasciare Taranto.I tuoi genitori,invece,restano aggrappati alla facciata della classe medio borghese: "Martina, ma come ti viene in mente di imbarazzarmi così?... Il padre di quello che odi ci sta facendo "nu' sacc" di piaceri e a te "da mo" ti sta pure simpatico".
Le notti insonne, il silenzio serrato, le lacrime, il fumo, intere giornate incollata su eBay, la remissiva presenza davanti a parenti e amici - allora ce la fai aprendere cento? Signorina hai abbassato la cresta?- Che importa! Meglio chiudersi in camera. I ricordi si affacciano quando meno te lo aspetti. Ti svegli la mattina e sei lì, negli incontri clandestini, nel suo letto, a lezione. Ti porta al poligono: è abile e preciso. Il suo odore in te, su di te, è sigillo di garanzia. Illusa: come può essere tuo? Una figlia è cosa seria. Deve pur raggiungere un varco: quale scelta? Un solo colpo.
Quanti appostamenti sotto casa finiti sempre con una sigaretta fumata appoggiata al muro! Quante promesse frantumate dalle minacce! Quante umiliazioni inflitte come un fiume in piena al solo pensiero di una parola di troppo!
Continuavi a tacere con la testa tra le mani, la disperazione assediava ogni particella del tuo corpo. Vi eravate amati. Ma lei doveva sapere. Tu dovevi sapere. Urli tutto il tuo disprezzo, tutto l'odio che ti stava divorando.
é incinta. Torni nella vostra stanza: ricordi ogni cosa. Quel giorno, prima di suicidarsi, aveva lasciato un biglietto nell'armadietto de poligono per la famiglia.
Ora sai come fare: tagli verticali. "Prof, non so dirti addio".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Amor che nulla ha amato, amar perdona??