mercoledì 3 ottobre 2007

Cara Emily...




























Versi di Emily Dickinson

Rimane oziosa l’anima
che ha ricevuto un colpo micidiale;
lo spazio della vita le si stende
davanti
senza nulla da fare.

E vi chiede lavoro-
fosse soltanto di appuntare spilli
o di fare il più misero rammendo
da bambini-
per aiutare le sue mani vuote.

-

Bevvi una sola sorsata di vita.
Vi dirò quanto la pagai:
precisamente un’esistenza.
E’ questo il prezzo sul mercato,dicono.

Mi pesarono,granello per granello
e bilanciarono fibra con fibra.
Poi mi porsero il prezzo del mio essere:
un solo sorso di cielo.

-

Morirono a metà dell’estate,
un tempo pieno e perfetto:
era l’estate chiusa su se stessa
nel suo colmo splendore.

Quando le ultime spighe maturavano
per essere falciate,
essi,attraverso la nebbia del sepolcro,
approdarono nella perfezione.

-

Un sepalo ed un petalo e una spina
in un comune mattino d’estate
un fiasco di rugiada,un’ape o due
una brezza,
un frullo in mezzo agli alberi-
ed io sono una rosa!


Emily Dickinson: chi è?
di L.


E’ difficile darne una definizione. Leggendo le sue poesie ho scoperto una donna tenace, ardita, desiderosa di far fluire fiumi di parole in poche righe, poesie incentrate sull’esistenza e sul rapporto con la morte; ma all’improvviso affiorano prati, fiori, lampi fulminanti di vibrazioni oscure, lancinanti che feriscono il cuore.
In questo turbinio di emozioni spuntano granelli di speranza che vedono l’amore per Dio come il solo motore che muove il mondo, punto di partenza e di arrivo, una spiaggia per naufraghi allo sbando.
Straordinaria la Dickinson quando affronta la tematica della morte: emerge apparentemente una tacita rassegnazione, invece si stratta di una solida consapevolezza, quella,cioè, che il sepolcro costituisce la sola certezza della vita. La mente inevitabilmente vola alla poetica foscoliana, alle sue “corrispondenze d’amorosi sensi”, ma qui il discorso è diverso e si fa più complesso perché per Foscolo il sepolcro è il ricordo del tempo che fu, e la quiete in cui riposano i grandi del passato che rivivono attraverso i vivi del presente e del futuro.
Emily,invece, si aggrappa all’Eden, si arrampica lungo le scalinate dell’Eternità, lancia tutta la sua sofferenza e la sua grandezza nella musa ispiratrice della poesia. Le sue parole, sia che descrivano un paesaggio,un bosco o un frutteto, o contemplino il volo dell’ape e dell’uccello, risuonano come musica.
Le corde della vita sembravo vibrare nell’eterno, ma il presaggio della fine, l’ombra della morte sono sempre in agguato. Si ritrova cosi quell’eco leopardiano che vede la speranza infranta dall’incombenza dell’arcano volto dell’illusione, del nulla.
La comprensione della nostra poetessa non può essere circoscritta ad una lettura rapida e superficiale, altrimenti si corre il rischio di coglierne un’interpretazione mesta e desolante. Invece la natura rigogliosa, il sole, i profumi della primavera ci permettono di respirare emozioni intense, penetranti, quasi immortali, ci armano di un carica vitale appparentemente impercettibile, ma che invece è densa, concreata, illuminante.
Leggere la Dickinson oggi significa accorgersi che accanto ad una realtà frenetica, indifferente, oltraggiosa esiste in un angolo di ogni animo un silenzio che richiede ascolto, che grida contro il cinismo e l’arroganza, che vede l’Eterno, che svela la grandezza, che aleggia l’Infinito, che assapora i profumi e gli odori, che coglie il lavoro di chi vive isolato, che contempla la quotidianità, che sogna i tramonti e le aurore,che abbandona le regole, le leggi, il tempo definito e razionale.
“Innamorarsi” della Dickinson è difficile: ella svela una ribellione interiore forte e decisa che si esprime e vive attraverso la poesia. Va apprezzata perché che una donna scriva, ai suoi tempi, nell’ottocento, era di certo considerato un fenomeno scandaloso e inacettabile, specie in presenza di una famiglia poco comprensiva nonostante fosse al centro di numerose attività sociali e culturali.Ecco perché personalmente ammiro il suo coraggio e la sua temerarietà che hanno raggiunto i nostri tempi e ci permettono di fruire di una personalità ricca, eclettica e dedita alla contemplazione.

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