sabato 6 ottobre 2007

L'industria della dieta e i messaggi pubblicitari.

Anche l’orecchio vuole la sua parte
di S.S.


Analizzare il tema dei disturbi del comportamento alimentare dal punto di vista divulgativo ed informativo significa capire il modo in cui, sotto varie forme, si comunica in proposito nel dibattito pubblico attuale. Sarebbe riduttivo ed errato considerare alcune modalità di comunicazione inerenti in particolare cibo, corpo e diete, quali possibili cause primarie del manifestarsi di patologie come l’anoressia e la bulimia nervosa. Tuttavia non possiamo esimerci dal riflettere sull’impatto psicologico di alcune campagne pubblicitarie e sull’influenza esercitata dai mass media in genere: si inneggia ad ideali di magrezza e a canoni estetici volutamente eccessivi come richiesto dalle moderne esigenze di marketing. Ad essere chiamate in causa è la cosiddetta “industria della dieta” che utilizza strategie commerciali attentamente elaborate per suscitare l’interesse e spingere all’azione i destinatari della comunicazione, i quali finiscono per accettare ed adeguarsi a determinati modelli comportamentali. Spesso i messaggi pubblicitari sono particolarmente subdoli e per raggiungere il loro scopo persuasivo vanno a colpire la parte più emotiva e sensibile degli individui, facendo intendere che la perdita di peso e la magrezza siano i soli mezzi per ottenere il successo e la realizzazione personale, oppure enfatizzando il fallimento della dieta come segno di scarsa forza di volontà o mancanza di rigore morale. Significativa e per molti aspetti temibile è dunque l’influenza che le campagne pubblicitarie e i modelli veicolati dai media hanno sulla nostra realtà sociale, al punto da produrre negli individui “difetti di percezione” dell’immagine di sé considerata inadeguata rispetto ai canoni proposti e che vanno così a riversarsi nel rapporto con il cibo e l’alimentazione. Chi ci guadagna da questo pericoloso meccanismo comunicativo è solo il consumismo, il moderno orco cattivo che, promettendo castelli di sabbia, miete indisturbato le sue vittime: anoressia e bulimia mostrano da diverse angolature la distorsione della nostra quotidianeità, l’inganno e l’inconsistenza alimentati dal discorso “mediatico” contemporaneo. Riconoscendo quindi che un’attività comunicativa impropria può essere considerata una concausa dei disturbi del comportamento alimentare, occorre iniziare a sfruttare le potenzialità informative e persuasive dei mass media in maniera positiva e benefica, sensibilizzando sulla profonda influenza che essi esercitano sugli individui nella ricerca della propria identità e nel rapporto con il proprio corpo.

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