giovedì 11 ottobre 2007

E se non avessi memoria? / Se questo miscuglio di croci e voci...


Ieri il laboratorio di scrittura è stato dedicato alla lettura
delle poesie di Comasia Aquaro,
poetessa di Martina Franca.
Vi proponiamo alcuni suoi versi.
dal suo I fiori nei cantieri, 2007 Campanotto





... e non avevo che questa

umana bilancia
del sentire
che della mia imperfezione
facevo metro d'umanità
e amavo più forte che potevo

H
o i pugni al sole
e nel volto una folla
si scuce il viso
e si ricuce il cuore
poca luce respiro
e sono folle.
Mi sboccia un ombra sulle labbra
ed ogni sillaba è pietra d'ambra
che sfilo dagli occhi
abracadabra
che mi serra le palpebre
e m'incolla le ciglia
di terra e di pianto
di miseria collettiva
che grido e grido
fino a farmi sangue
senz' ossa e carne
e scorro tra lune rosse
fino a farmi immune
da questa vita di carne.

***

Non mi adeguerò mai a nulla
sono d'altri pianeti i poeti
se toccano terra
è solo per l'erba
per quant'è bella verde
aspra di luce.
Ho nel cuore
quel che non si può dire.
Vietato essere
in quest'universo
veri.
Allora siano chiuse le mie porte
ed entri solo Poesia
che sola passa
come lana di nuvole
dalle sbarre.
E filo... filo...
come questo fuso d'inchiostro.

***

Questa corsa da me
mi sfianca
mi stanca restando
e non so più davvero
se sono me
o altri
e mi sveglio spossata
spaesata di me.

***

L'animo sgombro
è una casa piena d' echi
anche se aperta
nessuno può rubarti nulla
nessuno può prendere il tuo nulla

o acchiappare un ombra coi tacchi.

Solo il vento può dire
e l'animo rispondere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La poesia di Comasia Aquaro
I fiori nei cantieri 2007, Campanotto
di Mauro Marino

Comasia Aquaro legge i suoi versi
sabato, 13 ottobre 2007, dalle ore 20.00
al Fondo Verri

La sua lettura è uno scatto continuo di voce che riempie lo spazio.
Il verso non sta fermo, muove sensi e corpo, riempie la bocca come un urlo nell’urgenza della salvezza. “Sono d’altri pianeti i poeti”, scrive Comasia Aquaro, “se toccano terra / è solo per l’erba / per quant’è bella verde / aspra di luce”. Un alfabeto povero svela ciò che è trattenuto nel cuore. Ciò che non si può dire trova nei versi parola.
“Non è poco / per una proletaria piena di botte”, la conquista della scrittura.
“A torto o a ragione / in bocca comando io. / Spianate spianate / e anche se bruciate i libri / le lingue resistono ai roghi / le piazze sono piene / di libri mai scritti coi polsi bianchi / di libri di libri / che odorano di cedro”. Parole dirette, immediate si sporgono sull’abisso dell’ignoto, dell’ incomprensione e dell’ indifferenza, in cerca di verità, esortano un'altra coscienza del Tempo.
Lei è nata a Martina Franca, nel crudo incanto di pietre della bassa murgia, porta il nome d’una santa legata al culto della pioggia: “Come Sia” (da cui Comasia). Non se ne sapeva il nome, traslata dalle catacombe romane e trasferita con solenni cerimonie in Puglia, faceva piovere e piovere ad ogni uscita. Lacrime di cielo a nutrimento della sete come i versi a colmare l’arido umano.
Un libro della Aquaro, Vesto il vento, uscito nel 2004 per Lieto Colle, porta l’introduzione di Franco Loi e, leggendo questo suo I fiori nei cantieri, titolo tratto da una poesia dedicata alla morte di una bimba-operaia, edito quest’anno da Campanotto, capiamo perché, colui che riteniamo padre della poesia civile contemporanea, si sia dedicato a Comasia.
Ella è guerriera, porta una lingua forte, certa nel suo farsi: “ vado e torno / passo dal tempo maledetto / lo vedo ne scrivo / rivivo il malore / il dolore d’essere stata / vittima innocente / delle sue lancette”.
Una lotta propria di molte, di molti, di tutti coloro che non trovano corrispondenza sensibile col Mondo, con ciò che ne è rimasto: “sono figlia della periferia / ho il sangue dei disperati / gli occhi zingari / la bocca delle puttane / il cuore spaventato dei cuccioli scacciati / e le mie gambe sanno tutte le strade. Le sue parole non descrivono, non si attardano in digressioni, ma vanno all’essenziale. Come cosa “sacra” la poesia si affaccia dalla pagina e diviene arma necessaria contro la paura.