“Anche oggi il mio cuore è morto più volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorità. Recido le funi che mi tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto da non poter più volare liberamente come un uccello”.
Ecco perché. Perché senza è la vulnerabilità di chi avanza, impotente verso una cascata di lava incandescente.
Anzi di più.
E’ più di chi, senza armi o corazza, attraversa svestito un fuoco incrociato.
Anzi di più più di chi a occhi bendati si avventura, sperduta in un campo minato.
Lasciarti, è strapparsi la pelle, ed esporre il tuo corpo, carne viva e bruciante, a ogni minimo alito d’aria che diventa, impietoso, la tua arma letale.
dedica
Mani sorelle
Mani tese verso il cielo verso il prossimo bisognose d’aiuto, desiderose d’aiutare di fare.
Mani prese da altre mani mani che afferrano mani giunte mani bambine, innocenti, gioiose.
Mani paurose mani che chiamano mani che amano.
Mani che stringono, che aprono che si aprono.
Mani dure, fragili ossute, forti, mani che scaldano mani che scavano.
Mani che accarezzano, che prendono, danno e che si lasciano fare.
Mani che scrivono, parlano mani timide, tremanti che avvolgono, mani che coprono.
Mani vogliose di bene, mani sorelle che insieme si uniscono per formareuna catena d’amore.
[Nella foto Hetty Hillesum]
Questo blog nasce all'interno del laboratorio di scrittura del Centro per la cura e la ricerca sui disturbi del comportamento alimentare della ASL di Lecce.
1 commento:
Vertigine
mi espoingo e rompo l'ossessivo quotidiano
nel bilico
nel bilico
so di me il possibile
adesso provo!
Posta un commento